oltre i veli, sottotraccia



Oltre i veli II (2017)

Tecnica mista su carta | 21 × 27 cm | Collage, pigmenti, tracce grafiche

In questo secondo atto della serie Oltre i veli, la superficie si fa più porosa, più giocosa, più vulnerabile. Le trasparenze non solo velano, ma accolgono: frammenti di disegno infantile, barchette, triangoli verdi, forme che sembrano ritagliate da un quaderno di scuola o da un sogno interrotto. Il bianco dominante è ancora soglia, ma ora vibra di tracce più intime, più domestiche.

Le barchette—simboli ricorrenti nella ricerca poetica—navigano tra le pieghe del collage come piccoli atti di resistenza. Non sono giocattoli, ma testimoni: della migrazione, dell’infanzia, della speranza piegata e riaperta. Il gesto infantile, intravisto sotto i veli, non è nostalgia ma seme. Un invito a ricordare che la memoria non è mai solo adulta.

Il lavoro si offre come reliquia visiva: un archivio di gesti minimi, di materiali poveri, di bellezza condivisa. Ogni piega è una voce, ogni trasparenza una soglia tra il gioco e il rito, tra il personale e il collettivo.

Lettura curatoriale

  • Tracce infantili come memoria civile: il disegno non è decorativo, ma testimonianza. Un gesto che resiste al tempo.
  • Barchette come metafore migranti: evocano viaggio, fragilità, direzione. Sono piccole arche di senso.
  • Bianco come spazio di sospensione: non cancella, ma lascia emergere. È il silenzio che accoglie la voce.
  • Collage come archivio poetico: ogni frammento è scelto, ogni sovrapposizione è dialogo.

🇮🇹 Oltre i veli II (2017)
Tecnica mista su carta | 21 × 27 cm
Tracce di disegno infantile, barchette, frammenti di stampa: sotto le pieghe del bianco si muove una memoria giocosa e civile. Le trasparenze non nascondono, ma accolgono. Ogni elemento è una soglia tra il gesto e il ricordo, tra il gioco e la testimonianza.

🇬🇧 Beyond the Veils II (2017)
Mixed media on paper | 21 × 27 cm
Childlike drawings, paper boats, fragments of print—beneath the folds of white, a playful and civic memory stirs. Transparency does not conceal, but welcomes. Each element is a threshold between gesture and remembrance, between play and testimony.


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