Narrazione cosmica
Presentazione curatoriale per Strappi su corpi astrali di Mario Iannino, pensata per un catalogo d’arte contemporanea, una mostra tematica o una pubblicazione critica:
Strappi su corpi astrali
manipolazione digitale di Mario Iannino
Nel cuore della produzione visiva contemporanea, Mario Iannino si distingue per una ricerca che attraversa il digitale non come tecnica, ma come linguaggio esistenziale. Strappi su corpi astrali è un’opera che si colloca in una zona liminale: tra il visibile e l’invisibile, tra la carne e la vibrazione, tra la forma e la sua dissoluzione.
L’opera nasce da una manipolazione digitale che non mira alla perfezione formale, ma alla disgregazione del senso. Iannino strappa, lacera, distorce: non per distruggere, ma per rivelare. I “corpi astrali” evocati nel titolo non sono entità metafisiche distanti, ma presenze interiori, frammenti di identità che si disgregano sotto l’azione del tempo, del trauma, della memoria. Gli “strappi” sono varchi, ferite aperte che lasciano filtrare ciò che normalmente resta occultato: desideri, paure, tensioni invisibili.
La composizione visiva è instabile, frammentata, volutamente non lineare. L’immagine non si offre come oggetto da contemplare, ma come esperienza da attraversare. Ogni pixel è una soglia, ogni distorsione un invito a interrogare il reale. I colori, sospesi tra il corporeo e l’etereo, amplificano il senso di disorientamento e meraviglia. L’opera vibra, pulsa, respira.
In un’epoca in cui il digitale rischia di diventare simulacro, Iannino lo restituisce alla sua dimensione poetica: quella di un linguaggio capace di evocare, ferire, trasformare. Strappi su corpi astrali è una meditazione visiva sull’instabilità dell’identità, sull’impossibilità di contenere l’essere in forme definitive. È un invito a lasciarsi lacerare, per poter finalmente sentire.
Biografia dell’artista
Mario Iannino (Catanzaro, 1953) è un artista visivo e sperimentatore digitale. La sua ricerca si muove tra manipolazione dell’immagine, astrazione e linguaggi concettuali, con una forte attenzione alla dimensione energetica del corpo e alla sua rappresentazione simbolica. Dopo una formazione in ambito grafico e multimediale, ha sviluppato una poetica personale che fonde tecnica e introspezione.
Le sue opere sono attraversate da tensioni visive e strutturali che mettono in crisi la stabilità dell’immagine, aprendo varchi verso dimensioni liminali. Ha esposto in rassegne di arte contemporanea, festival digitali e spazi indipendenti, ricevendo riconoscimenti per la sua capacità di coniugare sperimentazione e profondità concettuale.
Vive e lavora in Calabria, dove continua a esplorare le possibilità espressive del digitale come strumento critico, poetico e trasformativo.

.jpg)
