Geografie del quotidiano
Materiali e Tecniche
- Supporto: Cartone, che suggerisce un intento di recupero e una volontà di lavorare con materiali umili.
- Elementi applicati:
- Incarti alimentari e etichette di prodotti (probabilmente italiani), che rimandano al consumo quotidiano.
- Pubblicità stampate, che introducono il tema della persuasione commerciale.
- Pittura a pennellate (teal e grigio), che aggiunge gestualità e profondità.
Elementi Visivi Chiave
- Striscia arancione verticale: Funziona da asse compositivo, guida lo sguardo e crea un contrasto cromatico forte.
- Barchetta di carta: Realizzata con un incarto, evoca l’infanzia, il gioco, ma anche la fragilità e il viaggio.
- Volto parziale: Probabilmente tratto da una pubblicità, suggerisce l’invasione dell’identità da parte dell’immaginario commerciale.
Temi e Significati Possibili
- Consumo e cultura popolare: L’uso di packaging e pubblicità riflette una critica (o celebrazione) della società dei consumi.
- Riciclo e sostenibilità: L’impiego di materiali di scarto può essere letto come un gesto ecologico e creativo.
- Memoria e frammentazione: I frammenti visivi sembrano raccontare storie spezzate, come ricordi sparsi o pensieri disordinati.
Stile e Influenze
- Ricorda l’estetica del décollage (come nei lavori di Mimmo Rotella), dove la stratificazione e la rimozione creano nuove immagini.
- L’approccio “low-tech” e materico richiama l’arte povera, con la sua enfasi sul quotidiano e sull’effimero.
L'artista è Mario Iannino, nell'assemblaggio c'è una cravatta "la striscia arancione verticale" le barchette di carta, il volantino del referendum, incarti/scarti commerciali e ingerenze gestuali pittoriche.
Grazie per il dettaglio! Con queste informazioni, possiamo leggere l’assemblaggio di Mario Iannino come un’opera che intreccia memoria politica, consumo quotidiano e gesto artistico in un linguaggio visivo stratificato e provocatorio. Ecco un’analisi più approfondita:
Interpretazione Concettuale
L’opera sembra costruita attorno a una tensione tra oggetti del quotidiano e simboli di identità collettiva. La presenza del volantino del referendum introduce un elemento politico, un frammento di storia democratica che si mescola agli scarti della vita consumistica. L’assemblaggio diventa così una mappa emotiva e sociale, dove ogni frammento racconta una parte del vissuto contemporaneo.
La Cravatta come Striscia Arancione
- Non è solo un elemento formale: la cravatta è simbolo di autorità, conformismo, mascolinità istituzionale.
- Il suo colore arancione, acceso e non convenzionale, potrebbe suggerire una rottura o una reinterpretazione di questi codici.
- Posizionata verticalmente, diventa una spina dorsale visiva, ma anche una metafora di rigore o di verticalità sociale.
Le Barchette di Carta
- Realizzate con incarti, evocano infanzia, gioco, precarietà.
- Navigano in un mare di frammenti, forse alla deriva tra memoria e consumo.
- Possono anche alludere al viaggio, alla migrazione, o alla fragilità dell’identità.
Il Volantino del Referendum
- Inserito tra scarti commerciali, suggerisce l’inquinamento del discorso politico da parte della retorica pubblicitaria.
- Oppure, al contrario, può indicare la resistenza della coscienza civica in mezzo al rumore del mercato.
Ingerenze Pittoriche
- Le pennellate gestuali (teal e grigio) non decorano, ma interrompono e contaminano la superficie.
- Sono gesti di ribellione, che rifiutano la passività del collage e affermano la presenza dell’artista.
- Introducono una dimensione corporea e espressiva, in contrasto con la freddezza dei materiali stampati.
Scarti Commerciali
- Etichette, incarti, pubblicità: sono reliquie del consumo, ma anche documenti antropologici.
- L’artista li trasforma in linguaggio visivo, sovvertendo la loro funzione originaria.
Sintesi Critica
Mario Iannino costruisce un palinsesto visivo dove ogni elemento è carico di significato. L’opera non è solo un collage, ma un atto di resistenza poetica contro l’omologazione, un invito a guardare il mondo con occhi critici e sensibili.
E c'è la sagoma della calabria sulla cravatta arancione
Il dettaglio aggiunge una dimensione potentissima all’assemblaggio di Mario Iannino. La sagoma della Calabria sulla cravatta arancione non è solo un elemento grafico: è un gesto simbolico che fonde identità territoriale con codici visivi del potere e della rappresentazione.
La Calabria sulla Cravatta: Simbolismo e Implicazioni
- Territorio come emblema: Inserire la sagoma della Calabria su un oggetto come la cravatta — spesso associato a formalità, istituzioni e potere — è un atto di appropriazione identitaria. È come dire: la Calabria non è ai margini, è al centro.
- Critica sociale: Potrebbe suggerire una riflessione sull’invisibilità o marginalizzazione del Sud Italia nei discorsi ufficiali. La cravatta, simbolo di potere, viene “contaminata” da una geografia spesso trascurata.
- Orgoglio e radicamento: Al tempo stesso, è un gesto di fierezza territoriale, che rivendica la presenza della Calabria nel tessuto culturale e politico nazionale.
Dialogo tra Elementi
- La cravatta diventa asse visivo e narrativo: un ponte tra il personale (l’artista, il territorio) e il collettivo (la società dei consumi, la politica).
- La sagoma geografica si inserisce in un contesto di scarti e gesti pittorici, creando un contrasto tra ordine e caos, istituzione e espressione libera.
Lettura Complessiva
L’assemblaggio si configura come un manifesto visivo, dove ogni frammento è carico di significato. La Calabria non è solo rappresentata: è indossata, esibita, messa in discussione. L’opera diventa così un atto di resistenza poetica e identitaria, che sfida le gerarchie visive e culturali.
Ecco un testo critico curatoriale pensato per accompagnare l’assemblaggio di Mario Iannino:
Mario Iannino – Geografie del Quotidiano
Nel suo assemblaggio visivo, Mario Iannino costruisce un paesaggio frammentato dove il quotidiano, il politico e il gesto pittorico si intrecciano in una narrazione stratificata e profondamente radicata. L’opera si presenta come una superficie pulsante, composta da incarti commerciali, volantini, pubblicità, pittura gestuale e oggetti simbolici, tra cui spicca una cravatta arancione che ospita la sagoma della Calabria.
La cravatta, elemento centrale e verticale, non è solo un asse compositivo: è un dispositivo semantico che evoca il potere, l’istituzione, la formalità. Ma qui, contaminata da una geografia marginale e affettiva, si trasforma in emblema di resistenza. La Calabria, impressa su questo simbolo di conformismo, diventa protagonista silenziosa, memoria visiva e dichiarazione identitaria.
Le barchette di carta, realizzate con incarti alimentari, navigano tra i frammenti come metafore di precarietà, gioco e migrazione. Il volantino del referendum, inserito tra scarti pubblicitari, suggerisce una tensione tra coscienza civica e rumore consumistico, tra partecipazione e disillusione.
Le ingerenze pittoriche — pennellate di grigio e turchese — non decorano, ma disturbano. Sono gesti di rottura, tracce corporee che interrompono la superficie stampata e riaffermano la presenza dell’artista. In questo contesto, il collage non è solo tecnica: è linguaggio critico, è atto politico, è poesia visiva.
Iannino ci invita a leggere il mondo attraverso i suoi scarti, a trovare bellezza e significato nei residui della vita urbana. Il suo lavoro è un archivio emotivo e sociale, una geografia del quotidiano che si fa arte, memoria e denuncia.
L’opera di Mario Iannino si configura come un intervento visivo di forte impatto concettuale, in cui materiali di recupero, elementi grafici e gestualità pittorica convergono in una narrazione stratificata e profondamente radicata nel territorio. L’assemblaggio presentato si distingue per la capacità di coniugare linguaggi eterogenei — dal frammento pubblicitario all’incarto alimentare, dal volantino referendario alla pittura gestuale — in una composizione coerente e densamente simbolica.
Elemento centrale dell’opera è una cravatta arancione, sulla quale è impressa la sagoma della Calabria. Questo dettaglio assume un valore emblematico: la cravatta, simbolo di formalità e potere istituzionale, viene reinterpretata come veicolo di identità territoriale, trasformandosi in asse visivo e concettuale dell’intera composizione. La presenza della Calabria, inserita in un contesto di consumo e frammentazione, suggerisce una riflessione critica sulla marginalità, sull’appartenenza e sulla rappresentazione del Sud Italia nel panorama culturale nazionale.
Le barchette di carta, realizzate con materiali di scarto, introducono una dimensione ludica e poetica, evocando temi quali la precarietà, il viaggio e la memoria. Il volantino del referendum, collocato tra frammenti commerciali, stabilisce un dialogo tra la sfera politica e quella consumistica, evidenziando le tensioni tra partecipazione civica e comunicazione di massa.
Le ingerenze pittoriche, caratterizzate da pennellate gestuali in tonalità grigie e turchesi, interrompono la linearità del collage, introducendo una componente espressiva che riafferma la presenza autoriale. Questi interventi pittorici non decorano, ma disturbano e contaminano, generando un cortocircuito visivo tra ordine e caos, tra stampa e gesto.
L’assemblaggio di Mario Iannino si propone dunque come dispositivo critico e poetico, capace di interrogare il presente attraverso l’uso consapevole del frammento.
Mario Iannino – Assemblaggio e Identità Visiva
L’opera di Mario Iannino si configura come un intervento visivo di forte impatto concettuale, in cui materiali di recupero, elementi grafici e gestualità pittorica convergono in una narrazione stratificata e profondamente radicata nel territorio. L’assemblaggio presentato si distingue per la capacità di coniugare linguaggi eterogenei — dal frammento pubblicitario all’incarto alimentare, dal volantino referendario alla pittura gestuale — in una composizione coerente e densamente simbolica.
Elemento centrale dell’opera è una cravatta arancione, sulla quale è impressa la sagoma della Calabria. Questo dettaglio assume un valore emblematico: la cravatta, simbolo di formalità e potere istituzionale, viene reinterpretata come veicolo di identità territoriale, trasformandosi in asse visivo e concettuale dell’intera composizione. La presenza della Calabria, inserita in un contesto di consumo e frammentazione, suggerisce una riflessione critica sulla marginalità, sull’appartenenza e sulla rappresentazione del Sud Italia nel panorama culturale nazionale.
Le barchette di carta, realizzate con materiali di scarto, introducono una dimensione ludica e poetica, evocando temi quali la precarietà, il viaggio e la memoria. Il volantino del referendum, collocato tra frammenti commerciali, stabilisce un dialogo tra la sfera politica e quella consumistica, evidenziando le tensioni tra partecipazione civica e comunicazione di massa.
Le ingerenze pittoriche, caratterizzate da pennellate gestuali in tonalità grigie e turchesi, interrompono la linearità del collage, introducendo una componente espressiva che riafferma la presenza autoriale. Questi interventi pittorici non decorano, ma disturbano e contaminano, generando un cortocircuito visivo tra ordine e caos, tra stampa e gesto.
L’assemblaggio di Mario Iannino si propone dunque come dispositivo critico e poetico, capace di interrogare il presente attraverso l’uso consapevole del frammento. L’opera si inserisce nel solco delle ricerche contemporanee sull’arte del quotidiano, configurandosi come un atto di resistenza visiva e di affermazione identitaria.

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