Linguaggi metropolitani Ripensamenti e Riscritture
Ritengo opportuno, per evitare di chiedere scusa all'infinito a chi rimane dopo di me per l'enorme “scorie” lasciate, intervenire e riscrivere sulle superficie che accompagnano il mio peregrinare metafisico quotidiano.
Avrei potuto scrivere: il mio "dialogare" osservando i linguaggi metropolitani con spirito metafisico senza per questo palesare e ostentare inutili civetterie, ma non l'ho fatto per un semplice motivo: ne sono convinto! non lascio lavori che, conoscendo il mercato dell'arte e le sue leggi, possano determinare fortune postume a chi verrà dopo di me perché forieri di novità. Ogni aspetto è stato sondato già in arte.
Lascio, con ogni probabilità, un impiccio in più dentro casa che, vista la messa in discarica consigliata dei rifiuti differenziati, causeranno fastidi logistici.
Magari dopo una accurata cernita, qualche lavoro apprezzabile dal punto di vista estetico rimarrà a memoria tra i cimeli affettivi, svincolato, con ogni probabilità, dalla ricerca semantica da me perseguita: qualche lavoro rimarrà a memoria del "caro estinto" e delle sue non deprecabili masturbazioni mentali.
Economia spazio-temporale e Logistica strutturale non concedono deroghe.
Devo assolutamente evitare di accumulare lavori! perciò "riscrivo" inanello tracce, vergo, accumulo materiche cromie rimanendo in tema con l'input iniziale scaturito dall'osservazione dei linguaggi metropolitani stratificati fuori e dentro il tempio degli officianti sospesi tra materia e spirito.
Il pensiero corre. I progetti si accavallano! E il gesto concretizza il lavorio mentale