Chi osa intrappolare i sogni? La Bellezza?
J’accuse — contro gli intrappolatori di sogni
Io accuso.
Accuso chi ha trasformato l’immaginazione in merce, il desiderio in algoritmo, il sogno in target.
Accuso i mandanti: i sistemi che monetizzano l’infanzia, che impacchettano l’utopia in blister colorati, che seppelliscono la possibilità sotto strati di marketing e cemento.
Accuso gli esecutori: i distributori automatici di consenso, i curatori del nulla, gli estetizzatori del rifiuto, i pedagoghi del decoro che insegnano a non disturbare.
Accuso i metodi: la saturazione visiva, la grammatica pubblicitaria, la retorica del comfort, il packaging come lingua madre.
Accuso la complicità del silenzio, la neutralità del bianco, la falsa purezza del grigio. Sono i colori del sepolcro, non della pace.
Accuso chi ha ridotto il sogno a scarto, e lo scarto a decorazione.
Accuso chi ha tombato la possibilità, ma non ha previsto che il polimaterico parla. Che il frammento denuncia. Che il rifiuto testimonia.
Accuso perché vedo. E vedo perché compongo.
Questa superficie non è arte: è verbale. È documento. È campo di lotta.
E se il sogno è stato intrappolato, io lo espongo. Non per salvarlo, ma per farlo parlare. Perché ogni frammento dica: io ero possibilità.


.jpg)