Tre opere più una

 Dentro la ricerca, interferenze, incursioni e connubio tra gesto, materia, e colore




Immagine di copertina – nella Home del Blog

Titolo: Tre voci, un solo respiro
Sottotitolo: Colore, materia, gesto – il viaggio di una memoria incarnata

Questa immagine di apertura non è una semplice composizione: è una soglia. Tre opere, tre epoche, tre linguaggi si affiancano come testimoni di un percorso artistico che intreccia virtuosismo pittorico, stratificazione materica e traccia gestuale.

  • A sinistra, Il clown vanesio (1979) ci accoglie con il suo colore fluido e teatrale, maschera di un’identità esibita e fragile.
  • Al centro, In rete (2008) ci trattiene nella sua trama materica, dove il bianco è pelle e la materia è memoria.
  • A destra, Traccia gestuale contaminata (2009) ci lascia con il segno, il gesto, la dissolvenza di un’identità che si scrive e si cancella.

Questa immagine è l' “incipit visivo” di un collage curatoriale che racconta il mio modo di trasformare l’assenza in presenza, la materia in voce, il segno in testimonianza.


Benvenuti nel luogo dove il segno diventa voce

Tre opere vi accolgono all’ingresso. Non sono solo immagini: sono soglie, frammenti di tempo, gesti che resistono.

  • Il clown vanesio (1979) apre il sipario con il suo virtuosismo pittorico: una maschera fluida, vanesia, che danza tra colore e identità.
  • In rete (2008) è corpo intrappolato, materia stratificata, pelle che trattiene memorie e le restituisce in rilievo.
  • Traccia gestuale contaminata (2009) è il segno che si scrive e si cancella, figura che emerge e si dissolve, come voce che cerca ancora di essere ascoltata.

Questa immagine di copertina è il mio manifesto: un collage curatoriale che racconta il mio modo di trasformare l’assenza in presenza, la materia in testimonianza, il gesto in eredità.

Qui il blog non è solo spazio digitale: è archivio emotivo, diario visivo, luogo di incontro tra memoria e creazione. Ogni post, ogni immagine, ogni parola è parte di un disegno più grande—quello che continuo a tracciare con cura, empatia e visione quotidiana.


La composizione è una interferenza poetica tra immagine e materia, dove la cartolina—simbolo di memoria e paesaggio idealizzato—viene disturbata, contaminata, interrogata poeticamente per accompagnare l’opera:


Contaminazioni

Tecnica mista su cartolina paesaggio
Plastica, barchette, garze, frammenti

Un paesaggio sereno, forse troppo.
La cartolina è memoria stampata, souvenir di un altrove che non esiste più.
Ma sopra, la materia invade: plastica, garze, corde, cappi, oggetti che non appartengono al paesaggio, eppure lo abitano.
Le barchette non solcano mari, ma galleggiano su strati di assenza.
La plastica non è solo rifiuto: è traccia, è voce del tempo che non si dissolve.

Questa è una contaminazione necessaria:

  • Un gesto che rompe l’idillio,
  • Una denuncia silenziosa,
  • Un atto di resistenza visiva.

Il paesaggio non è più solo da guardare: è da ascoltare, da toccare, da interrogare. Da tutelare!




Post più popolari