Surplus di gioia, deficit di realtà
Effimere presunzioni di benessere.
E noi, sì, ancora nel 2025, alla fine, continuiamo a festeggiare —tra le rovine mascherate da luci, tra le uova di plastica che promettono sorprese, mentre altrove si tende la mano per un pugno di riso, mentre il sonno del cucciolo è l’unico gesto di pace rimasto.
Festeggiamo, come se il benessere fosse reale, come se il Reaper non ci guardasse da dietro la vetrina, come se i bambini non fossero in fila, ma in gioco, come se il sogno non fosse già infranto, ma solo in pausa.
E, in questo collage che stratifica il malessere, la "festa" è resistenza, è anche denuncia, è il modo in cui l’arte ci costringe a guardare oltre —non per celebrare, ma per ricordare.


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