Ad ognuno il suo sogno



In un mondo dove il sogno è spesso confezionato, impacchettato e venduto come prodotto, questa opera ci invita a riflettere sul prezzo invisibile che paghiamo per inseguire desideri indotti. Il collage, costruito con frammenti di packaging, etichette di consumo e brand iconici, diventa un campo di battaglia tra l’individualità e l’omologazione.

La frase “come ogni cosa nella vita ha un prezzo” non è solo un monito, ma una lente attraverso cui osservare la nostra quotidianità. Il sogno, apparentemente libero e personale, è spesso modellato da logiche di mercato che ci spingono a desiderare ciò che ci è offerto, non ciò che nasce da noi. L’opera denuncia questa dinamica con ironia e lucidità, stratificando materiali di scarto in una composizione che è al tempo stesso caotica e ordinata, come il sistema che rappresenta.

Il collage non ha un centro, come non ha un centro il nostro desiderio nel sistema consumistico: è diffuso, disperso, manipolato. L’assenza di una figura dominante nell’opera riflette la perdita di un soggetto consapevole, sostituito da un’identità frammentata e influenzata da stimoli esterni. Il testo “La spesa ti rende …” è una provocazione: la spesa non ci rende liberi, ma ci espira, ci consuma.

L’obiettivo curatoriale mira a creare uno spazio di riflessione attiva. Il pubblico è invitato a interrogarsi: “Qual è il mio sogno? È davvero mio?”.  L’opera non offre risposte ma apre varchi. È un invito a decostruire il sogno confezionato e a riscoprire il valore del desiderio autentico.

 In un’epoca in cui il sogno è spesso un prodotto da scaffale, questa opera ci costringe a guardare in faccia la realtà che tendiamo a ignorare: ogni desiderio ha un prezzo, e quel prezzo è raramente visibile. Il collage, costruito su cartone da imballaggio e composto di frammenti di packaging, etichette di consumo, brand globali e materiali di scarto, diventa una denuncia silenziosa ma potente della logica che governa la società consumistica.

Il titolo “Ad ognuno il suo sogno” suona come una promessa democratica, ma si rivela presto un’illusione. I sogni non sono distribuiti equamente: sono venduti, suggeriti, imposti. L’opera mette in scena questa tensione attraverso una composizione frammentata, priva di un centro, dove il caos visivo riflette la confusione identitaria dell’individuo contemporaneo, sommerso da stimoli e desideri indotti.

La presenza di marchi come “Kinder Bueno”, “Amazon Prime”, e slogan come “La spesa ti rende…” non è casuale: sono simboli di un sistema che ci educa a desiderare ciò che consuma noi. Il cartone, materiale povero e transitorio, diventa supporto di una narrazione che parla di spreco, di accumulo, di sogni confezionati e scartati.

Il collage non è solo un’opera visiva, ma un dispositivo critico. Ci invita a interrogarci: Qual è il mio sogno? È davvero mio? O è il riflesso di una pubblicità ben riuscita? In questo senso, l’opera non si limita a rappresentare: agisce, provoca, destabilizza.

 L’opera “Ad ognuno il suo sogno” di Mario Iannino si colloca pienamente nel solco della ricerca contemporanea che l’artista calabrese porta avanti da oltre mezzo secolo, intrecciando poesia visiva, semantica e materiali polimaterici. La scelta di utilizzare packaging, brand riconoscibili e frammenti di consumo quotidiano non è un mero esercizio estetico, ma un atto critico che interroga la società dei consumi e la sua capacità di plasmare desideri e sogni.

Come ha affermato lo stesso Iannino: «Quello che ci dà sensazioni o ci comunica qualcosa va sublimato». In questa prospettiva, il collage diventa un dispositivo di sublimazione: ciò che normalmente è scarto o residuo viene elevato a linguaggio artistico, rivelando la tensione tra il sogno individuale e la sua mercificazione. La stratificazione di materiali poveri e transitori, come il cartone da imballaggio, si pone in continuità con la tradizione dell’arte povera, ma con un accento specificamente rivolto alla semantica del consumo.

Riferimenti teorici:

La riflessione di Iannino dialoga con le teorie di Jean Baudrillard, secondo cui «il consumo è un sistema di significazione e di comunicazione», (Baudrillard, “La società dei consumi”, 1970). In questo senso, i marchi e le etichette presenti nell’opera non sono semplici oggetti ma segni che costruiscono un immaginario collettivo. L’artista smonta e ricompone questi segni, mostrando come il sogno contemporaneo sia spesso un sogno confezionato, distribuito e venduto.

Allo stesso tempo, la pratica di Iannino si avvicina alla poesia visiva italiana degli anni Sessanta e Settanta, dove il testo e l’immagine si intrecciavano per generare cortocircuiti semantici. La frase “La spesa intell …” diventa un esempio di questo cortocircuito: un messaggio che gioca con la promessa pubblicitaria, ma la rovescia in un monito sulla nostra condizione di consumatori.

Il collage non presenta un centro visivo dominante, e questa scelta formale riflette la dispersione del soggetto contemporaneo. L’individuo non è più al centro della scena, ma frammentato, sommerso da stimoli e desideri indotti. L’opera diventa così un campo di tensione tra sogno e mercato, tra autenticità e manipolazione.

L’analisi curatoriale di “Ad ognuno il suo sogno” evidenzia come Mario Iannino, attraverso la sua ricerca polimaterica e semantica, riesca a trasformare il quotidiano in un linguaggio critico. L’opera invita lo spettatore a interrogarsi: Il mio sogno è davvero mio, o è il riflesso di un sistema consumistico che mi educa a desiderare ciò che consuma me? 

 

Fonti: 

RaiNews – “Linguaggi mutevoli”: in mostra le suggestioni di Iannino sulla comunicazione. 

Celeste Network – Profilo e opere di Mario Iannino

 

Titolo dell'opera: Ad ognuno il suo sogno; anno 2025, misura:  63,5x52,5

Autore: Mario Iannino, tecnica: collage concettuale polimaterico su cartone, 2025.

Frammenti di packaging, brand globali e materiali di scarto si stratificano in una composizione che riflette la tensione tra sogno e consumo. L’opera trasforma il quotidiano in linguaggio critico, interrogando lo spettatore sul prezzo invisibile dei desideri nella società contemporanea.  

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