Vita d'artista: una giornata qualunque
Oggi è stata una giornata
negativa: specchietto retrovisore rotto da qualche vandalo o incauto
guidatore; spese non preventivate e telefonate infruttuose nonostante
la positività dimostrata dagli interlocutori nei contatti
precedenti.
Il primo contatto, una giovane gallerista, sembra
cadere dalle nuvole: ci conosciamo? Quando e in che occasione? Ah mi
scusi ho dei clienti ci possiamo sentire più tardi?
Fuori uno!
Andiamo al secondo:
Mi faccia un progetto. Mi
faccia un progetto e mi dica cosa vuole fare.
... e poi lei ha frequentato
la struttura? Ha visto le manifestazioni? Ha partecipato? Ce ne sono
state due molto importanti dei ragazzi dell'accademia... comunque mi
presenti un progetto. C'è una commissione scientifica che lo
valuterà! Dice dall'altro capo del telefono una voce lievemente
alterata.
No, non ho avuto modo di
seguire fisicamente le manifestazioni; (rispondo, sorpreso dal suo
modo di parlare) sa a volte mi assento completamente quando sono
immerso nel mio lavoro. Comunque lei non mi aveva detto che
necessitava un progetto quando ci siamo incontrati nel mio studio
mesi addietro e comunque dovrebbe essere compito del comitato
scientifico, del critico e di chi tesse il percorso artistico
dell'ospite a strutturare e contestualizzare le opere esposte... la
sua aggressività non ha senso. Concludo.
Lei è stato gentile. Ha
visto i miei lavori, abbiamo parlato e le ho dato anche un catalogo e
adesso... mi dice che per entrare dalla porta di servizio nel
seminterrato, area dedicata agli artisti locali meritevoli di
visibilità, c'è bisogno di un progetto. Non per essere schizzinosi
ma faccio questo gioco da oltre quarant'anni e in tutto questo tempo
un po' di esperienza credo di averla accumulata, d'altronde lei lo ha
constatato e la ricerca stessa lo testimonia.
Inutile parlare, mi dico
mentalmente: intuisco che non c'è nessuna voglia di sprecare tempo:
capitolo chiuso.
In confidenza non sono mai
stato un mercante bravo. Non mi so vendere. E non mi piace apparire
tanto per fare vetrina. Amo lavorare, questo sì. Struggermi. E fino
a quando non vedo il lavoro finito acchiappo pensieri divenuti
astrazione sensibile del reale e li pongo lì nello spazio fantastico
della mia più intima realtà per consegnarli infine a chi li sa
leggere e apprezzare davvero al di là delle quotazioni e dai
curricula.
Sono lontani i tempi, se
davvero ci sono stati, in cui gli appassionati d'arte andavano negli
studi dei pittori alla ricerca di nuovi talenti. Di pittori completi.
Di Artisti seri! Di persone, insomma, che ritenevano e ritengono
ancora oggi il lavoro creativo una missione. Un progetto di vita per
la vita, suffragato dalla maestria esecutiva e dall'originalità
dell'estro. Nient'altro!
Ciò serve da sprono.
Ciò serve da sprono.