Dedicata ai ciechi
"mercante" polimaterico su tavola |
È indiscutibile. Ci sono sfumature
cromatiche e disegni apprezzabili solo attraverso gli occhi.
E chi è cieco rimane al buio.
Fino a qualche tempo addietro i musei e
le gallerie frapponevano tra le opere esposte e i visitatori degli
ostacoli fisici invalicabili, oltre ai quali non era permesso a
nessuno di avventurarsi. Persino le sculture marmoree erano e sono
tutelate dall'acidità essudativa e dai flash delle macchine
fotografiche e dal vandalismo gratuito.
In sintesi, il bene culturale era ed è
protetto dagli agenti inquinanti e dagli ulteriori ipotetici e
prevedibili fattori deturpanti.
Erano pochi i siti attrezzati per le
visite guidate per non vedenti. E poco interesse destava la
sensibilità tattile dei ciechi che riesce a trasferire le vibrazioni
giuste nella mente di chi è sprovvisto della vista.
Per questo motivo alla fine degli anni
80 inizio a dare forma plastica ai temi che tratto sulla superficie
pittorica.
Nella mia intenzione le opere
polimateriche nascono per interagire con chi non può gustare le
tensioni pittoriche costruite e rese apprezzabili dai punti di fuga e
dalle cromie informali o concettuali.
I simboli assumono forme strutturali
comuni e le metafore annesse aprono dialoghi interattivi multipli dai
percorsi linguistici in continua evoluzione.