Onestà in arte e nella vita
Lavoro. Lavoro sempre. Anche se il mio
fare non è salariato. Il mio gesto poetico è passione. Ricerca del
tempo, anzi dei tempi. Osservo. Osservo e assimilo. Accumulo ogni
minima lesione ogni strappo, crepa o lacerazione. I messaggi
arrivano. Si stratificano e sedimentano in me. Poi si affacciano,
risalgono attraverso i canali creativi a volte sublimati, mondati
dalla sporcizia umana.
A volte.
C'è un momento che delle sublimazioni
non sai che fartene. Basta buoni propositi. La sporcizia aumenta
mentre tu fai poesia. Senti l'esigenza liberatoria di gettare così
come l'hai assorbito il concetto; il messaggio, se c'è, e se sei
riuscito a riprodurlo è così come lo vedi: brutto
esteticamente!Secondo alcuni stereotipati e sterili canoni estetici
del bello.
Perché l'arte non menta l'artista non
deve mentire.