M come mare
MARE DI CALABRIA.
Eppure, nonostante i miei propositi di
smetterla mi ritrovo ancora qui, nella mia stanza da lavoro a
misurarmi con l'oggetto principe della visione poetica. Il supporto
nudo aspetta di essere ricoperto dai miei pensieri. la superficie
bianca è in gran parte in attesa. Aspetta di farsi carico e rappresentare i
suggerimenti che mi giungono dalle lacerazioni di rotelliana memoria
evidenziate o sottaciute dalle pennellate gestuali della pittura contemporanea.
Il tutto è catarsi. Eruzione. Meditata
eruzione cromatica.
È più forte di me! Non riesco a stare
lontano dal tavolo da lavoro e dal cavalletto.
Raccolgo cose. Immagini. E li
rielaboro. Potrei fermarmi già ai primi interventi, tanto, il lavoro
è apprezzabile, stando agli equilibri dettati dal design decorativo.
Però qualcosa, osservando bene, dal mio punto di vista, manca. Non ha
la forza suggestiva che voglio e pretendo nei miei lavori. Manca di passione.
Manca la mia firma che è verve poetica;
ricerca del tempo perduto e ritrovato sotto Pelle!
La pelle trasparente che lascia
riaffiorare alcuni elementi e ne occulta altri. La pelle suggerisce,
più che proteggere il corpo. È luce astrale che veste il tempo.