L'ISOLA CHE NON C'E'

Chi è oggi l'artista? E come dialoga con la società? Qual è la differenza tra chi impara il mestiere del pittore e ne fa commercio e chi cerca equilibri sensibili per analizzare e proporre poetiche?

"L'ISOLA CHE NON C'E'"



Gli interrogativi sarebbero infiniti. Quando si inizia a sondare il ruolo della comunicazione visiva e l'utilità che essa ha assunto fin dalla preistoria nella comunicazione per immagini tra gli esseri viventi concernente la vita pratica e poetica allorché si vuole esternare un sentire che va oltre le parole, i punti di domanda proliferano.

Se consideriamo la mercificazione tesaurizzante del prodotto artistico le regole e gli interrogativi si riducono alla quantificazione economica, a volte, prescindendo dal reale valore intellettuale dell'opera.

Il giro di affari che si muove attorno ad un artista è inimmaginabile. Non a caso le fondazioni e i grandi collezionisti curano interessi economici per pochi e spingono l'opinione pubblica, attraverso i mass media, ad interessarsi dei fenomeni collegati alle loro attività commerciali e di immagine.
La dissacrazione e lo stupore giocano ruoli fondamentali nella mente incolta non avvezza ai linguaggi poetici della creatività. E questo dato è ben conosciuto e sfruttato nella pubblicità degli eventi. È puro marketing.

Che sia giusto o sbagliato non sta a me dirlo.

Certo, se ci fosse meno ignoranza e superficialità anche tra gli addetti ai lavori determinati fenomeni da baraccone pomposamente divulgati e proposti come “culturali” non avrebbero vita facile e i canali dell'arte sarebbero nell'olimpo della poesia e della bellezza.
Anche il mercato dell'arte sarebbe più sano, più snello e propositivo e perderebbe, finalmente, l'atmosfera stupefacente che lo trasforma nel baraccone delle meraviglie che accalappia momentanee attenzioni ma non lascia nelle menti alcuna ricchezza.

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