Per il sociale
Ho sempre ritenuto che la conoscenza
aiuti ad essere liberi.
Liberi dalla schiavitù del potere e
dalle cerchie amicali devianti che lo rappresentano. Perché?
Perché ho creduto e credo ancora che
il confronto è un elemento liberatorio in ogni campo dell'agire
umano. Specialmente laddove le sensibilità operano in nome della
cultura nonostante le controversie e le convinzioni individuali
maturate.
L'apertura mentale traccia percorsi
inconsueti. Induce, a volte, a nuotare controcorrente non perché
spinti dall'ego e dalla mania di grandezza ma perché convinti di
essere d'aiuto agli altri, ai meno fortunati o semplicemente a quanti
non hanno ancora avuto determinate possibilità.
Per questi motivi ho aperto lo studio
d'arte ai ragazzi nel quartiere Corvo nel 1986. La mia intenzione era
di mettere alla portata di quanti lo volessero uno strumento alto
quale la pittura, il disegno e le tecniche della poetica visiva quale
muto linguaggio interpersonale. Erroneamente, per troppo tempo, la pittura è stata ritenuta una tecnica per
soli eletti. Un dono di pochi! Mentre così non è. Il tutto è semplicemente un
concentrato di tecnica e osservazione. Un lavoro possibile per chiunque! Un impegno mentale e manuale. E i laboratori avviati in
fondazione Betania nel '96 e successivamente con l'ENS, i ciechi e
ipovedenti di Catanzaro e le altre onlus operanti nel territorio sono
la dimostrazione possibile di ciò che si può realizzare in quanto a
manufatti grafici, pittorici e plastici.
Ho sempre pensato e creduto nella magia
della creazione e nelle gratificazioni ad essa connesse. La mia
gratificazione consiste nel vedere crescere l'autostima negli
allievi. La loro soddisfazione e l'espressione gioiosa che leggo nei
loro volti a lavoro finito; quando guardano soddisfatti il manufatto
finito, gioisco insieme a loro. Perché si rafforza in loro la consapevolezza di potere fare, dietro la guida e gli insegnamenti
ricevuti, qualcosa che prima ritenevano impossibile.