Riflessioni sullo stato dell'arte

Le provocazioni mentali non sempre sortiscono le reazioni desiderate da chi “provoca”.


Le reazioni sono correlate alla cultura e alla sensibilità di chi osserva.

Chi non recepisce l’azione dell’atto provocatorio può passarci sopra e c’è chi lo immagazzina e valuta con calma le motivazioni. Chi s’inibisce al pensiero del confronto annichilendone l’azione, o viceversa esalta dialetticamente le intenzioni e invoglia al dialogo quanti distratti dai molteplici messaggi mediali tentando un collegamento metaforico con le visioni comuni della semantica contemporanea.


Sarcasmo, derisione, superficialità oppure profonda considerazione per il gesto ostentato con sagacia?

Le reazioni più comuni che si sono succedute sui media alla satirica quanto astuta azione di mercato che ha “valutato” e imposto il prezzo altissimo di 120miladollari alla banana di Cattelan scocciata sulla parete di una galleria hanno dimostrato per lo più pochezza di pensiero riflessivo.

Operazione di mercato? Astuzia? Scaltrezza? Irriverenza o sprono?
Cosa inversa, suffragata da ammiccamenti e sorrisini, invece, alla “patatina” di Rocco. Anche se entrambi sono simboli del machismo, la prima, la banana, ha infranto il muro della superficialità ed è andata a sbattere contro le comune e elementari ottusità per il valore dato ad un prodotto della natura facilmente reperibile tra i banchi dei mercati ortofrutticoli. 

Quindi arte minimal? Pop? Installazione concettuale? Provocazione? Invito al pensiero critico?
… E se tra non molto tempo sarebbe un’impresa ardua trovare il frutto esotico così a buon mercato?

Di sicuro se continuiamo a mettere sulla scala dei valori lo sfruttamento incondizionato della natura; oltraggiamo la terra, poniamo al primo posto i guadagni economici violentando l’etica del vivere civile nel rispetto degli altrui bisogni e necessità anche il comunissimo tubero, la patata, diverrà preziosa più del tartufo bianco.

Ma facciamo un passaggio a favore dell’arte e ricordiamo che dopo la rottura degli Impressionisti in pittura e di conseguenza nel campo della visione la sensibilità estetica è mutata.

La pittura assume un ruolo differente rispetto all’iconografia imposta fino alle provocazioni “en plein air”.
I pittori dell’aria aperta hanno osservato con occhi nuovi. E dopo le derisioni iniziali hanno imposto teorie e pittura. Hanno sovvertito il modello costruttivo pittorico. Non più tenere visioni. Velature. Esasperazioni e virtuosismi cromatici, narrazioni imposte dalla committenza ma esternazioni possenti di personalità alla ricerca di nuovi linguaggi propositivi. Quindi la fotografia di Man Ray; le provocazioni di Duchamp; la pittura visionaria di Francis Bacon, gli strappi di Mimmo Rotella, gli interventi di Christo e via dicendo che non sono mere improvvisazioni come qualcuno minimizza superficialmente.

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